Treccia di Latte di Bufala da 500 g
La consistenza tenace, tipica della lavorazione a mano, stuzzica il palato più a lungo
Confezione: 500 g
TRECCIA DA 500 G
100% latte di bufala
FATTA A MANO
La consistenza tenace, tipica della lavorazione a mano, stuzzica il palato più a lungo.
Tagliate in piccoli pezzi sono ideali per aggiungere un tocco speciale alla pasta al forno, alla parmigiana o alla pizza bufalina.
Valori nutrizionali medi per 100 g di prodotto
Energia | 272 Kcal / 1001 KJ |
Grassi di cui acidi grassi saturi |
21 g 14 g |
Carboidrati di cui zuccheri |
1,1 g < 0,5 g |
Proteine | 13 g |
Sale | 0,28 g |
L’Antica Mozzata di Battipaglia® è il marchio con cui il nostro caseificio, il Caseificio La Fattoria, è sul mercato della Mozzarella di Latte di Bufala. Ad esso è associata una leggenda, la Leggenda dell’Antica Mozzata di Battipaglia, che unisce elementi mitologici a elementi tradizionali per rievocare e mantenere vive le origini antiche della tradizione casearia di Battipaglia.
La Leggenda dall’Antica Mozzata di Battipaglia
Un’antica leggenda narra della ninfa etrusca Baptì-Palìa, regnante nelle paludi della pianura di Battipaglia che si estendevano fin verso il mare. Ella custodiva gelosamente il segreto della Mozzata di Bufala (l’antica denominazione della Mozzarella di Bufala), cibo prelibato riservato esclusivamente agli Dei.
All’alba di ogni giorno, la ninfa si dedicava alla mungitura delle Bufale che pascolavano allo stato selvatico nelle paludi e, dopo un complesso e misterioso procedimento, si accingeva alla “filatura” della cagliata. E dal morbido impasto perlaceo ne “mozzava” dei pezzi di forma sferica, per ottenerne la preziosa Mozzata. Alla fine, dopo averla preparata con cura e riposta in canestri di vimini, adornandola con ramoscelli di mirto ed altre erbe aromatiche per esaltarne il sapore, ella si recava alla dimora degli Dei per offrirla alla loro mensa.
Il Fato volle che un giorno la ninfa Baptì-Palìa si imbattesse in un giovane pastore di nome Tusciano, il quale giaceva dolcemente addormentato sulla riva del fiume. Presa dalla rara bellezza di Tusciano, ella se ne invaghì e, dopo averlo svegliato con delicate carezze, gli dichiarò il proprio amore e, come pegno di esso, gli svelò il segreto della Mozzata di Bufala. Il giovine, ingenuamente e per farsene vanto, rivelò tale segreto alla gente delle vicine contrade. Gli Dei, adirati per il fatto che i mortali fossero venuti in possesso del segreto della Mozzata di Bufala, punirono la ninfa ed il suo innamorato, condannandoli a girovagare per le paludi, senza mai potersi incontrare.
Qualcuno giura che per secoli, nelle notti di luna, nei pressi di queste antiche paludi, si udissero ancora le voci lontane dei due innamorati che si chiamavano l’un l’altro, cercando invano di raggiungersi.
Oggi, per fortuna, i due amanti possono dirsi ricongiunti, poiché la ninfa Baptì-Palìa è divenuta l’operosa cittadina di Battipaglia, la quale stringe in un eterno abbraccio il suo Tusciano, trasformatosi nel fiume che la attraversa. E Battipaglia è ritornata, come ai tempi antichi, a svegliarsi all’alba per la mungitura delle Bufale sparse per la pianura, e col loro latte fa rivivere, attraverso i suoi artigiani, esperti «casari», il rito quotidiano dell’ Antica Mozzata di Bufala.
Un segreto che molti, al di fuori delle nostre terre, cercano di carpire, ma a ancora oggi tutti i tentativi sono risultati vani.